sabato 5 aprile 2008

Addominoplastica o Miniaddominoplastica

Prima/ Dopo

ADDOMINOPLASTICA o MINIADDOMINOPLASTICA

L’Addominoplastica è quell’intervento chirurgico che comporta la rimozione del tessuto adiposo e cutaneo in eccesso nella regione inferiore e centrale dell’addome, al fine non tanto della riduzione di peso, quanto di tendere (stirare) la parete addominale e migliorare quindi l’aspetto di un addome prominente e/o con cute grinzosa (cute lassa e piena di pieghe).

La dieta e l’esercizio fisico da soli non possono produrre tale risultato poiché questa situazione è spesso accompagnata dall’allontanamento dei muscoli addominali fra loro e dall’indebolimento della parete addominale.

Le smagliature, quando possibile, vengono rimosse con l’eccesso di cute che viene asportata e comunque, quelle rimanenti sulla cute dell’addome, verranno migliorate per effetto della maggior trazione cutanea, ma non eliminate.

All’intervento residuerà sempre una cicatrice permanente che col tempo tenderà a schiarirsi, ad appiattirsi e rendersi quindi meno evidente, ma che a seconda del tipo di procedura, potrà anche e stendersi da un fianco all’altro.

Il candidato ideale all’intervento dovrà essere in buona salute, con tessuti relativamente tonici ed elastici, psicologicamente stabile e realistico nelle sue aspettative. Difatti è importante capire che l’Addominoplastica potrà migliorare notevolmente l’aspetto, ma non permetterà necessariamente di conseguire il risultato ideale desiderato.

L’intervento è particolarmente indicato in pazienti con un ampio accumulo adiposo e/o di cute addominale in eccesso, non migliorabile con la dieta e l’esercizio fisico. è anche indicato per quelle pazienti che, dopo varie gravidanze, hanno “dilatato” eccessivamente la cute e la muscolatura addominale. è quindi necessario rimandare l’intervento se si pianifica un’ulteriore gravidanza, per non vanificarne l’effetto. L’addominoplastica può anche essere particolarmente utile nelle pazienti più anziane (talvolta anche pazienti relativamente giovani) con una notevole riduzione dell’elasticità cutanea, che non possono ottenere con una semplice Lipoaspirazione gli stessi risultati delle pazienti più giovani e con cute elastica.

Talvolta, anziché un’addominoplastica formale, potrà essere indicata una procedura meno complessa ed invasiva, definita “Miniaddominoplastica” , eventualmente combinata con una Lipoaspirazione (liposuzione), oppure solamente una semplice lipoaspirazione. Ogni caso, quindi, dovrà essere attentamente vagliato dal chirurgo.

L’intervento si esegue in sala operatoria e può essere eseguito in anestesia generale (con intubazione oro-tracheale),con ricovero di almeno una notte (ma può essere necessaria una degenza anche di 2-3 notti); o in neuroleptoanalgesia, quando il difetto chirurgico da correggere è limitato alla parte inferiore dell’addome (Miniaddominoplastica), che consiste nella somministrazione endovenosa di farmaci che inducono uno stato di rilassamento mentale e di calma, in aggiunta a dell’anestetico locale.

Quest’ultima consente di eseguire l’intervento in regime di Day-Hospital,con il paziente sveglio, ma sempre supportato dalla presenza di un anestesista.

Generalmente sono necessarie due incisioni: una che decorre orizzontalmente nella porzione più bassa dell’addome (sovrapubica) e che può arrivare ad estendersi anche da un fianco all’altro; l’altra, piccola, circolare, intorno all’ombelico, in quanto molto frequentemente l’intervento richiede una risistemazione dell’ombelico in una posizione più alta (ma che poi è quella originale) una volta stirata la cute verso il basso. Raramente, tuttavia, si rende necessaria una piccola cicatrice verticale (sede del pregresso ombelico), della lunghezza di circa 4-6 cm. La cute ed il grasso sottostante sono ampiamente sollevati dai piani sottostanti. Se è necessario, in questa fase viene riparata la parete addominale mediante l’accostamento dei muscoli retti. Infine i tessuti superficiali vengono stirati verso il basso, l’ombelico viene trasposto nella sua nuova sede e l’eccesso di cute e grasso viene asportato.

Due piccoli tubi di drenaggio, morbidi, vengono inseriti nella ferita al fine di raccogliere il sangue ed il siero che potrebbero accumularsi. Tali drenaggi verranno rimossi senza dolore, quando ritenuto più opportuno dal chirurgo. I punti di sutura verranno rimossi dopo circa dieci giorni.

Un catetere urinario può essere utilizzato durante l’intervento e rimosso il mattino successivo.

Nella Miniaddominoplastica, cute e tessuti sottostanti vengono scollati solo tra l’incisione sovrapubica, più corta, e l’ombelico, senza trasporre (spostare) quest’ultimo. Può essere effettuata una plicatura (accostamento) dei muscoli retti ed una eventuale liposuzione associata.. La procedura è indicata quindi per un eccesso di tessuto sotto l’ombelico, è più rapida di un’addominoplastica completa, può talora essere effettuata in anestesia locale con sedazione ed in regime di Day- Hospital (senza degenza).

La durata dell’intervento varia in funzione del tipo di intervento da effettuare: da una fino a due ore circa.

Dopo l’intervento verrà posizionata una guaina compressiva per circa due giorni che verrà poi sostituita da un body elastico e confortevole che il paziente indosserà per circa un mese (notte e giorno) e che garantirà una compressione più uniforme.

Saranno presenti delle ecchimosi; un indolenzimento diffuso, controllabile con i comuni farmaci analgesici e che comunque si attenuerà nell’arco di pochi giorni.

Dopo l’intervento è del tutto normale una perdita di secrezione siero-ematica attraverso i tubicini di drenaggio e attraverso i piccoli fori usati per una eventuale Liposuzione, per almeno 24 ore.

è anche normale una dolenza diffusa, bruciore, gonfiore e perdita di sensibilità per alcuni giorni.

Dopo l’intervento i pazienti dovranno rimanere a riposo per 24-48 ore e quindi potranno alzarsi per deambulare (piccole passeggiate). La deambulazione precoce è anzi utile per ridurre il rischio di fenomeni di trombosi degli arti inferiori.

Il ritorno alle consuete attività lavorative e sociali, riprenderanno gradualmente, secondo la condizione fisica preoperatoria ed il tipo di intervento effettuato, dopo 1-4 settimane circa.

Per alcuni giorni la sensazione di tensione sull’addome obbligherà il paziente a una postura (posizione) “piegata in avanti” e la tosse, lo starnutire e tutte le altre attività che prevedono tensione sui muscoli addominali, potranno provocare senso di fastidio e modico dolore. è consigliabile non dormire sull’addome (a pancia in giù) per due settimane.

Le cicatrici che residueranno dopo questo intervento, si renderanno meno evidenti con il tempo ma sono permanenti anche se, potranno venire agevolmente coperte con un normale slip. Nelle prime settimane le cicatrici appaiono spesso peggiorate divenendo più rosse e spesse. è necessario attendere 9-12 mesi perché le cicatrici maturino definitivamente, appiattendosi e schiarendosi.

Occasionalmente può essere opportuno, a distanza di mesi, una revisione della cicatrice in alcuni punti, per ottenere un risultato estetico ottimale e correggere eventuali accumuli di tessuto che possono formarsi ai lati della cicatrice, in corrispondenza dei fianchi, a causa di una ridotta elasticità cutanea. Tali piccoli interventi possono essere seguiti in anestesia locale.

è utile ricordare che, anche se un buon risultato è spesso evidente fin dalla rimozione dei punti, non è possibile giudicare il risultato finale dell’intervento finchè non è scomparso tutto l’edema e quindi perlomeno dopo 3-6 mesi dall’intervento.

Le possibili complicanze che possono verificarsi durante l’intervento sono di due tipi: quelle legate all’anestesia e quelle legate all’intervento. Le prime possono essere anche gravi, ma sono rare nelle persone in buone condizioni generali. Le complicanze legate all’intervento sono anch’esse rare e possono essere rappresentate da: ematoma, sieroma, infezione, sanguinamento prolungato, insufficienza cardio-circolatoria per eccessiva perdita di sangue e fluidi, che potrebbero rendere necessaria una emotrasfusione. Talora, se avviene una sanguinamento eccessivo durante/dopo l’operazione, il sangue può accumularsi nell’area operata e può essere necessario riaprire la ferita al fine di rimuoverlo e fermare il sanguinamento.

Il sieroma è un accumulo anche significativo di siero (liquido) sotto la ferita, che può necessitare di ripetute aspirazioni con siringa.

La perdita o “necrosi” di tessuto (cute e sottocute) è estremamente rara; qualora dovesse accadere, può richiedere solo medicazioni ripetute o un ulteriore intervento ricostruttivo con risultati in genere soddisfacenti.

In taluni, rari, casi esiste la possibilità che le cicatrici restino arrossate e rilevate permanentemente. Tali cicatrici Ipertrofiche o addirittura Cheloidee, possono essere migliorate tuttavia con apposite terapie mediche (creme, fogli in gel di silicone, infiltrazioni intralesionali) o chirurgiche (revisione cicatriziale).

Il rischio di complicanze aumenta nei pazienti diabetici, cardiopatici e con problemi polmonari.

PRIMA DELL’INTERVENTO :

  1. E’ opportuno non programmare l’intervento per l’epoca del flusso mestruale, anche se tale condizione può non essere preclusiva dello stesso.

  2. Informare il chirurgo di qualsiasi eventuale trattamento con farmaci (soprattutto Cortisonici, Contraccettivi, Antipertensivi, Cardioattivi, Anticoagulanti, Ipoglicemizzanti, Antibiotici, Tranquillanti, Sonniferi, Eccitanti, ecc.

  3. Sospendere l’assunzione di medicinali contenenti acido acetilsalicilico (ad es.Aspirina, Vivin C, Bufferin, Ascriptin, Cemrit, ecc.) almeno dieci giorni prima dell’intervento.

  4. Almeno una settimana prima dell’intervento ridurre il fumo a non più di 1 sigaretta al dì.

  5. Segnalare immediatamente l’insorgenza di raffreddore, mal di gola, febbre, tosse, malattie varie.

  6. Organizzare per il periodo postoperatorio, la presenza di un accompagnatore.

  7. Procurarsi una pancera elastica con chiusura a velcro ed un body con apertura sul davanti.

ALLA VIGILIA DELL’INTERVENTO:

  1. Praticare un accurato bagno di pulizia; rimuovere lo smalto dalle unghie e dei piedi.

  2. Non assumere cibi né bevande, a partire dalla mezzanotte del giorno che precede l’intervento.

IL GIORNO DELL’INTERVENTO:

  1. Mantenere rigorosamente il digiuno (non mangiare né bere).

  2. Indossare solo indumenti molto comodi e munirsi di biancheria di ricambio.

DOPO L’INTERVENTO:

  1. Per almeno 20 giorni, indossare la guaina elastica notte e giorno e ridurre o eliminare il fumo per evitare i colpi di tosse con relativo dolore e possibili sanguinamenti.

  2. Per almeno 1-2 settimane non guidare l’automobile e mantenersi a riposo a casa .

  3. E’ possibile praticare una doccia di pulizia (non il bagno) 3-7 giorni dopo l’intervento, con acqua non eccessivamente calda.

  4. Camminare fin dalla prima giornata postoperatoria; eventuali attività sportive potranno essere riprese dopo circa 4 (sport leggeri) - 6 (sci,tennis,calcio,pallacanestro, ecc.) settimane.

  5. Evitare l’esposizione diretta ai raggi solari o al calore intenso (ad es. saune, lampade UVA) per almeno un mese dopo l’intervento.

  6. Dormire a pancia in su e con il busto leggermente piegato verso le gambe, per almeno 15 giorni, per ridurre la tensione sulla ferita.




giovedì 3 aprile 2008

Rinoplastica/ Rinosettoplastica

Prima/ dopo
RINOPLASTICA ESTETICA e/o di RINOSETTOPLASTICA

La Rinoplastica è un intervento chirurgico il cui proposito è quello di migliorare l’aspetto estetico del naso e quindi del volto. Il miglioramento si ottiene mediante la riduzione ed il rimodellamento dello scheletro cartilagineo ed osseo. Il grado di miglioramento varia da individuo ad individuo ed è influenzato dalla qualità della cute e dalle dimensioni dello scheletro sottostante.

Si parla di Rinoplastica di riduzione quando il difetto estetico del naso consiste in una “rinomegalia”, cioè in un naso troppo grande, con eventuale presenza di “gibbosità” (gobba) del dorso.

Si parla invece di Rinoplastica additiva quando il difetto estetico del naso consiste in una accentuata concavità del dorso del naso fino a configurare il quadro di “naso a sella”.

La Rinosettoplastica è invece quell’intervento chirurgico il cui proposito è quello di migliorare oltre che l’aspetto estetico, anche la componente funzionale del naso, cioè l’insufficienza respiratoria, dovuta ad una deviazione del setto nasale cui spesso si associa una ipertrofia dei turbinati.

Il candidato ideale all’intervento dovrà essere in buona salute, psicologicamente stabile e realistico nelle sue aspettative. Difatti è importante capire che la Rinoplastica potrà migliorare notevolmente l’aspetto, ma non permetterà necessariamente di conseguire il risultato ideale desiderato.

L’intervento si esegue in sala operatoria e può essere eseguito in anestesia generale (con intubazione oro-tracheale),con ricovero di almeno una notte; o in neuroleptoanalgesia, quando il difetto chirurgico da correggere è limitato (ad es. piccoli gibbi, punta del naso), che consiste nella somministrazione endovenosa di farmaci che inducono uno stato di rilassamento mentale e di calma, in aggiunta a dell’anestetico locale.

Quest’ultima consente di eseguire l’intervento in regime di Day-Hospital,con il paziente sveglio, ma sempre supportato dalla presenza di un anestesista.

Le incisioni sono praticate all’interno del naso, nel vestibolo. Alcune volte viene invece incisa la cute della columella (quella piccola porzione di cute che divide le narici)

La gobba, se presente, viene rimossa e le ossa nasali vengono fratturate alla base per poter essere avvicinate e ricostruire così il dorso del naso.Vengono poi ridotte e rimodellate le cartilagini alari e triangolari per il rimodellamento della punta.

In casi selezionati, di naso con dorso incavato o per migliorarne l’estetica del dorso, si effettua un autoinnesto osseo con prelievo ulnare.

Quando poi, oltre alla componente estetica, bisogna migliorare la funzionalità respiratoria, si pratica la correzione della deviazione del setto nasale (settoplastica) e la riduzione dei turbinati (turbinectomia). Questo intervento viene eseguito attraverso le stesse incisioni praticate per la correzione estetica del naso e può costituire l’unico e singolo atto operatorio in caso di intervento di sola correzione della funzionalità respiratoria.

La durata dell’intervento varia in funzione delle correzioni da apportare:da 40 minuti fino a due ore circa.

Dopo l’intervento verrà posizionata una “mascherina” gessata o in plastica sul naso, che verrà rimossa dopo 7 giorni circa e dei tamponi nelle narici (in materiale speciale che non provocano dolore alla rimozione) che verranno rimossi dopo 2-3 giorni (in relazione al lavoro effettuato). Vi potranno essere delle ecchimosi ed un indolenzimento diffuso,che però si attenueranno nell’arco di una settimana, grazie anche alla terapia di supporto. Dopo l’intervento è del tutto normale una perdita di secrezione siero-ematica (potrebbe sembrare sangue) attraverso i tamponi, per almeno 24 ore.

è anche normale una dolenza diffusa, bruciore, gonfiore e perdita di sensibilità per alcuni giorni, così come la possibilità di vomito ematico (il sangue ingerito durante l’intervento,viene vomitato). Le eventuali piccole cicatrici che residueranno dopo questo intervento, si renderanno meno evidenti con il tempo fino quasi a scomparire.

Le possibili complicanze che possono verificarsi durante l’intervento sono di due tipi: quelle legate all’anestesia e quelle legate all’intervento. Le prime possono essere anche gravi, ma sono rare nelle persone in buone condizioni generali.

Le complicanze legate all’intervento sono anch’esse rare e possono essere rappresentate da: ematoma, infezione, sanguinamento prolungato, insufficienza cardio-circolatoria per eccessiva perdita di sangue e fluidi, che potrebbero rendere necessaria una emotrasfusione. Il rischio di complicanze aumenta nei pazienti diabetici, cardiopatici e con problemi polmonari. Tra le altre possibili complicanze vi potrebbe essere una guarigione anomala delle strutture ossee e cartilaginee con asimmetria della piramide e della punta nasale; eventuali presenze di speroncini ossei lungo i margini di frattura; dislocazione dell’eventuale innesto osseo e/o suo rimaneggiamento (riduzione).

Alcune di queste complicanze, anche se raramente, potrebbero rendere necessario un ritocco della punta, del dorso o del setto del naso, anche chirurgicamente, qualora il risultato non fosse soddisfacente. Nel caso infatti di importanti deviazioni della piramide e/o del setto nasale, è possibile che l’intervento non garantisca una perfetta correzione del difetto.

PRIMA DELL’INTERVENTO :

  1. E’ opportuno non programmare l’intervento per l’epoca del flusso mestruale, anche se tale condizione può non essere preclusiva dello stesso.

  2. Informare il chirurgo di qualsiasi eventuale trattamento con farmaci (soprattutto Cortisonici, Contraccettivi, Antipertensivi, Cardioattivi, Anticoagulanti, Ipoglicemizzanti, Antibiotici, Tranquillanti, Sonniferi, Eccitanti, ecc.

  3. Sospendere l’assunzione di medicinali contenenti acido acetilsalicilico (ad es.Aspirina, Vivin C, Bufferin, Ascriptin, Cemrit, ecc.) almeno dieci giorni prima dell’intervento.

  4. Almeno una settimana prima dell’intervento ridurre il fumo a non più di 1 sigaretta al dì.

  5. Segnalare immediatamente l’insorgenza di raffreddore, mal di gola, febbre, tosse, malattie varie.

  6. Organizzare per il periodo postoperatorio, la presenza di un accompagnatore.

ALLA VIGILIA DELL’INTERVENTO:

  1. Praticare un accurato bagno di pulizia; rimuovere lo smalto dalle unghie e dei piedi.

  2. Non assumere cibi né bevande, a partire dalla mezzanotte del giorno che precede l’intervento.

IL GIORNO DELL’INTERVENTO:

  1. Mantenere rigorosamente il digiuno (non mangiare né bere).

  2. Indossare solo indumenti molto comodi e munirsi di biancheria di ricambio.

DOPO L’INTERVENTO:

  1. Per almeno 7 giorni, fino alla rimozione della mascherina, ridurre o eliminare il fumo per evitare i colpi di tosse con relativo dolore e possibili sanguinamenti e non soffiarsi il naso.

  2. Per almeno una settimana non guidare l’automobile e mantenersi a riposo a casa .

  3. E’ possibile praticare un bagno di pulizia 3-4 giorni dopo l’intervento, con acqua non eccessivamente calda. I capelli possono essere lavati evitando di bagnare la mascherina ed asciugati con aria tiepida.

  4. Camminare fin dalla prima giornata postoperatoria; eventuali attività sportive potranno essere riprese dopo circa 15 giorni, purchè non espongano a rischi di trauma il naso, anche modesto.

  5. Evitare per un mese l’uso di occhiali, anche leggeri.

  6. Evitare l’esposizione diretta ai raggi solari o al calore intenso (ad es. saune, lampade UVA) per almeno un mese dopo l’intervento.

  7. Evitare per almeno due mesi il rischio di traumi (prendere in braccio bambini, giocare con animali di grossa taglia, alzarsi di notte senza accendere la luce,frequentare luoghi affollati, indossare maglioni a collo stretto, ecc.).

  8. Dormire con almeno 2 cuscini per ameno 3 giorni, per ridurre le ecchimosi.