sabato 5 aprile 2008

Addominoplastica o Miniaddominoplastica

Prima/ Dopo

ADDOMINOPLASTICA o MINIADDOMINOPLASTICA

L’Addominoplastica è quell’intervento chirurgico che comporta la rimozione del tessuto adiposo e cutaneo in eccesso nella regione inferiore e centrale dell’addome, al fine non tanto della riduzione di peso, quanto di tendere (stirare) la parete addominale e migliorare quindi l’aspetto di un addome prominente e/o con cute grinzosa (cute lassa e piena di pieghe).

La dieta e l’esercizio fisico da soli non possono produrre tale risultato poiché questa situazione è spesso accompagnata dall’allontanamento dei muscoli addominali fra loro e dall’indebolimento della parete addominale.

Le smagliature, quando possibile, vengono rimosse con l’eccesso di cute che viene asportata e comunque, quelle rimanenti sulla cute dell’addome, verranno migliorate per effetto della maggior trazione cutanea, ma non eliminate.

All’intervento residuerà sempre una cicatrice permanente che col tempo tenderà a schiarirsi, ad appiattirsi e rendersi quindi meno evidente, ma che a seconda del tipo di procedura, potrà anche e stendersi da un fianco all’altro.

Il candidato ideale all’intervento dovrà essere in buona salute, con tessuti relativamente tonici ed elastici, psicologicamente stabile e realistico nelle sue aspettative. Difatti è importante capire che l’Addominoplastica potrà migliorare notevolmente l’aspetto, ma non permetterà necessariamente di conseguire il risultato ideale desiderato.

L’intervento è particolarmente indicato in pazienti con un ampio accumulo adiposo e/o di cute addominale in eccesso, non migliorabile con la dieta e l’esercizio fisico. è anche indicato per quelle pazienti che, dopo varie gravidanze, hanno “dilatato” eccessivamente la cute e la muscolatura addominale. è quindi necessario rimandare l’intervento se si pianifica un’ulteriore gravidanza, per non vanificarne l’effetto. L’addominoplastica può anche essere particolarmente utile nelle pazienti più anziane (talvolta anche pazienti relativamente giovani) con una notevole riduzione dell’elasticità cutanea, che non possono ottenere con una semplice Lipoaspirazione gli stessi risultati delle pazienti più giovani e con cute elastica.

Talvolta, anziché un’addominoplastica formale, potrà essere indicata una procedura meno complessa ed invasiva, definita “Miniaddominoplastica” , eventualmente combinata con una Lipoaspirazione (liposuzione), oppure solamente una semplice lipoaspirazione. Ogni caso, quindi, dovrà essere attentamente vagliato dal chirurgo.

L’intervento si esegue in sala operatoria e può essere eseguito in anestesia generale (con intubazione oro-tracheale),con ricovero di almeno una notte (ma può essere necessaria una degenza anche di 2-3 notti); o in neuroleptoanalgesia, quando il difetto chirurgico da correggere è limitato alla parte inferiore dell’addome (Miniaddominoplastica), che consiste nella somministrazione endovenosa di farmaci che inducono uno stato di rilassamento mentale e di calma, in aggiunta a dell’anestetico locale.

Quest’ultima consente di eseguire l’intervento in regime di Day-Hospital,con il paziente sveglio, ma sempre supportato dalla presenza di un anestesista.

Generalmente sono necessarie due incisioni: una che decorre orizzontalmente nella porzione più bassa dell’addome (sovrapubica) e che può arrivare ad estendersi anche da un fianco all’altro; l’altra, piccola, circolare, intorno all’ombelico, in quanto molto frequentemente l’intervento richiede una risistemazione dell’ombelico in una posizione più alta (ma che poi è quella originale) una volta stirata la cute verso il basso. Raramente, tuttavia, si rende necessaria una piccola cicatrice verticale (sede del pregresso ombelico), della lunghezza di circa 4-6 cm. La cute ed il grasso sottostante sono ampiamente sollevati dai piani sottostanti. Se è necessario, in questa fase viene riparata la parete addominale mediante l’accostamento dei muscoli retti. Infine i tessuti superficiali vengono stirati verso il basso, l’ombelico viene trasposto nella sua nuova sede e l’eccesso di cute e grasso viene asportato.

Due piccoli tubi di drenaggio, morbidi, vengono inseriti nella ferita al fine di raccogliere il sangue ed il siero che potrebbero accumularsi. Tali drenaggi verranno rimossi senza dolore, quando ritenuto più opportuno dal chirurgo. I punti di sutura verranno rimossi dopo circa dieci giorni.

Un catetere urinario può essere utilizzato durante l’intervento e rimosso il mattino successivo.

Nella Miniaddominoplastica, cute e tessuti sottostanti vengono scollati solo tra l’incisione sovrapubica, più corta, e l’ombelico, senza trasporre (spostare) quest’ultimo. Può essere effettuata una plicatura (accostamento) dei muscoli retti ed una eventuale liposuzione associata.. La procedura è indicata quindi per un eccesso di tessuto sotto l’ombelico, è più rapida di un’addominoplastica completa, può talora essere effettuata in anestesia locale con sedazione ed in regime di Day- Hospital (senza degenza).

La durata dell’intervento varia in funzione del tipo di intervento da effettuare: da una fino a due ore circa.

Dopo l’intervento verrà posizionata una guaina compressiva per circa due giorni che verrà poi sostituita da un body elastico e confortevole che il paziente indosserà per circa un mese (notte e giorno) e che garantirà una compressione più uniforme.

Saranno presenti delle ecchimosi; un indolenzimento diffuso, controllabile con i comuni farmaci analgesici e che comunque si attenuerà nell’arco di pochi giorni.

Dopo l’intervento è del tutto normale una perdita di secrezione siero-ematica attraverso i tubicini di drenaggio e attraverso i piccoli fori usati per una eventuale Liposuzione, per almeno 24 ore.

è anche normale una dolenza diffusa, bruciore, gonfiore e perdita di sensibilità per alcuni giorni.

Dopo l’intervento i pazienti dovranno rimanere a riposo per 24-48 ore e quindi potranno alzarsi per deambulare (piccole passeggiate). La deambulazione precoce è anzi utile per ridurre il rischio di fenomeni di trombosi degli arti inferiori.

Il ritorno alle consuete attività lavorative e sociali, riprenderanno gradualmente, secondo la condizione fisica preoperatoria ed il tipo di intervento effettuato, dopo 1-4 settimane circa.

Per alcuni giorni la sensazione di tensione sull’addome obbligherà il paziente a una postura (posizione) “piegata in avanti” e la tosse, lo starnutire e tutte le altre attività che prevedono tensione sui muscoli addominali, potranno provocare senso di fastidio e modico dolore. è consigliabile non dormire sull’addome (a pancia in giù) per due settimane.

Le cicatrici che residueranno dopo questo intervento, si renderanno meno evidenti con il tempo ma sono permanenti anche se, potranno venire agevolmente coperte con un normale slip. Nelle prime settimane le cicatrici appaiono spesso peggiorate divenendo più rosse e spesse. è necessario attendere 9-12 mesi perché le cicatrici maturino definitivamente, appiattendosi e schiarendosi.

Occasionalmente può essere opportuno, a distanza di mesi, una revisione della cicatrice in alcuni punti, per ottenere un risultato estetico ottimale e correggere eventuali accumuli di tessuto che possono formarsi ai lati della cicatrice, in corrispondenza dei fianchi, a causa di una ridotta elasticità cutanea. Tali piccoli interventi possono essere seguiti in anestesia locale.

è utile ricordare che, anche se un buon risultato è spesso evidente fin dalla rimozione dei punti, non è possibile giudicare il risultato finale dell’intervento finchè non è scomparso tutto l’edema e quindi perlomeno dopo 3-6 mesi dall’intervento.

Le possibili complicanze che possono verificarsi durante l’intervento sono di due tipi: quelle legate all’anestesia e quelle legate all’intervento. Le prime possono essere anche gravi, ma sono rare nelle persone in buone condizioni generali. Le complicanze legate all’intervento sono anch’esse rare e possono essere rappresentate da: ematoma, sieroma, infezione, sanguinamento prolungato, insufficienza cardio-circolatoria per eccessiva perdita di sangue e fluidi, che potrebbero rendere necessaria una emotrasfusione. Talora, se avviene una sanguinamento eccessivo durante/dopo l’operazione, il sangue può accumularsi nell’area operata e può essere necessario riaprire la ferita al fine di rimuoverlo e fermare il sanguinamento.

Il sieroma è un accumulo anche significativo di siero (liquido) sotto la ferita, che può necessitare di ripetute aspirazioni con siringa.

La perdita o “necrosi” di tessuto (cute e sottocute) è estremamente rara; qualora dovesse accadere, può richiedere solo medicazioni ripetute o un ulteriore intervento ricostruttivo con risultati in genere soddisfacenti.

In taluni, rari, casi esiste la possibilità che le cicatrici restino arrossate e rilevate permanentemente. Tali cicatrici Ipertrofiche o addirittura Cheloidee, possono essere migliorate tuttavia con apposite terapie mediche (creme, fogli in gel di silicone, infiltrazioni intralesionali) o chirurgiche (revisione cicatriziale).

Il rischio di complicanze aumenta nei pazienti diabetici, cardiopatici e con problemi polmonari.

PRIMA DELL’INTERVENTO :

  1. E’ opportuno non programmare l’intervento per l’epoca del flusso mestruale, anche se tale condizione può non essere preclusiva dello stesso.

  2. Informare il chirurgo di qualsiasi eventuale trattamento con farmaci (soprattutto Cortisonici, Contraccettivi, Antipertensivi, Cardioattivi, Anticoagulanti, Ipoglicemizzanti, Antibiotici, Tranquillanti, Sonniferi, Eccitanti, ecc.

  3. Sospendere l’assunzione di medicinali contenenti acido acetilsalicilico (ad es.Aspirina, Vivin C, Bufferin, Ascriptin, Cemrit, ecc.) almeno dieci giorni prima dell’intervento.

  4. Almeno una settimana prima dell’intervento ridurre il fumo a non più di 1 sigaretta al dì.

  5. Segnalare immediatamente l’insorgenza di raffreddore, mal di gola, febbre, tosse, malattie varie.

  6. Organizzare per il periodo postoperatorio, la presenza di un accompagnatore.

  7. Procurarsi una pancera elastica con chiusura a velcro ed un body con apertura sul davanti.

ALLA VIGILIA DELL’INTERVENTO:

  1. Praticare un accurato bagno di pulizia; rimuovere lo smalto dalle unghie e dei piedi.

  2. Non assumere cibi né bevande, a partire dalla mezzanotte del giorno che precede l’intervento.

IL GIORNO DELL’INTERVENTO:

  1. Mantenere rigorosamente il digiuno (non mangiare né bere).

  2. Indossare solo indumenti molto comodi e munirsi di biancheria di ricambio.

DOPO L’INTERVENTO:

  1. Per almeno 20 giorni, indossare la guaina elastica notte e giorno e ridurre o eliminare il fumo per evitare i colpi di tosse con relativo dolore e possibili sanguinamenti.

  2. Per almeno 1-2 settimane non guidare l’automobile e mantenersi a riposo a casa .

  3. E’ possibile praticare una doccia di pulizia (non il bagno) 3-7 giorni dopo l’intervento, con acqua non eccessivamente calda.

  4. Camminare fin dalla prima giornata postoperatoria; eventuali attività sportive potranno essere riprese dopo circa 4 (sport leggeri) - 6 (sci,tennis,calcio,pallacanestro, ecc.) settimane.

  5. Evitare l’esposizione diretta ai raggi solari o al calore intenso (ad es. saune, lampade UVA) per almeno un mese dopo l’intervento.

  6. Dormire a pancia in su e con il busto leggermente piegato verso le gambe, per almeno 15 giorni, per ridurre la tensione sulla ferita.




giovedì 3 aprile 2008

Rinoplastica/ Rinosettoplastica

Prima/ dopo
RINOPLASTICA ESTETICA e/o di RINOSETTOPLASTICA

La Rinoplastica è un intervento chirurgico il cui proposito è quello di migliorare l’aspetto estetico del naso e quindi del volto. Il miglioramento si ottiene mediante la riduzione ed il rimodellamento dello scheletro cartilagineo ed osseo. Il grado di miglioramento varia da individuo ad individuo ed è influenzato dalla qualità della cute e dalle dimensioni dello scheletro sottostante.

Si parla di Rinoplastica di riduzione quando il difetto estetico del naso consiste in una “rinomegalia”, cioè in un naso troppo grande, con eventuale presenza di “gibbosità” (gobba) del dorso.

Si parla invece di Rinoplastica additiva quando il difetto estetico del naso consiste in una accentuata concavità del dorso del naso fino a configurare il quadro di “naso a sella”.

La Rinosettoplastica è invece quell’intervento chirurgico il cui proposito è quello di migliorare oltre che l’aspetto estetico, anche la componente funzionale del naso, cioè l’insufficienza respiratoria, dovuta ad una deviazione del setto nasale cui spesso si associa una ipertrofia dei turbinati.

Il candidato ideale all’intervento dovrà essere in buona salute, psicologicamente stabile e realistico nelle sue aspettative. Difatti è importante capire che la Rinoplastica potrà migliorare notevolmente l’aspetto, ma non permetterà necessariamente di conseguire il risultato ideale desiderato.

L’intervento si esegue in sala operatoria e può essere eseguito in anestesia generale (con intubazione oro-tracheale),con ricovero di almeno una notte; o in neuroleptoanalgesia, quando il difetto chirurgico da correggere è limitato (ad es. piccoli gibbi, punta del naso), che consiste nella somministrazione endovenosa di farmaci che inducono uno stato di rilassamento mentale e di calma, in aggiunta a dell’anestetico locale.

Quest’ultima consente di eseguire l’intervento in regime di Day-Hospital,con il paziente sveglio, ma sempre supportato dalla presenza di un anestesista.

Le incisioni sono praticate all’interno del naso, nel vestibolo. Alcune volte viene invece incisa la cute della columella (quella piccola porzione di cute che divide le narici)

La gobba, se presente, viene rimossa e le ossa nasali vengono fratturate alla base per poter essere avvicinate e ricostruire così il dorso del naso.Vengono poi ridotte e rimodellate le cartilagini alari e triangolari per il rimodellamento della punta.

In casi selezionati, di naso con dorso incavato o per migliorarne l’estetica del dorso, si effettua un autoinnesto osseo con prelievo ulnare.

Quando poi, oltre alla componente estetica, bisogna migliorare la funzionalità respiratoria, si pratica la correzione della deviazione del setto nasale (settoplastica) e la riduzione dei turbinati (turbinectomia). Questo intervento viene eseguito attraverso le stesse incisioni praticate per la correzione estetica del naso e può costituire l’unico e singolo atto operatorio in caso di intervento di sola correzione della funzionalità respiratoria.

La durata dell’intervento varia in funzione delle correzioni da apportare:da 40 minuti fino a due ore circa.

Dopo l’intervento verrà posizionata una “mascherina” gessata o in plastica sul naso, che verrà rimossa dopo 7 giorni circa e dei tamponi nelle narici (in materiale speciale che non provocano dolore alla rimozione) che verranno rimossi dopo 2-3 giorni (in relazione al lavoro effettuato). Vi potranno essere delle ecchimosi ed un indolenzimento diffuso,che però si attenueranno nell’arco di una settimana, grazie anche alla terapia di supporto. Dopo l’intervento è del tutto normale una perdita di secrezione siero-ematica (potrebbe sembrare sangue) attraverso i tamponi, per almeno 24 ore.

è anche normale una dolenza diffusa, bruciore, gonfiore e perdita di sensibilità per alcuni giorni, così come la possibilità di vomito ematico (il sangue ingerito durante l’intervento,viene vomitato). Le eventuali piccole cicatrici che residueranno dopo questo intervento, si renderanno meno evidenti con il tempo fino quasi a scomparire.

Le possibili complicanze che possono verificarsi durante l’intervento sono di due tipi: quelle legate all’anestesia e quelle legate all’intervento. Le prime possono essere anche gravi, ma sono rare nelle persone in buone condizioni generali.

Le complicanze legate all’intervento sono anch’esse rare e possono essere rappresentate da: ematoma, infezione, sanguinamento prolungato, insufficienza cardio-circolatoria per eccessiva perdita di sangue e fluidi, che potrebbero rendere necessaria una emotrasfusione. Il rischio di complicanze aumenta nei pazienti diabetici, cardiopatici e con problemi polmonari. Tra le altre possibili complicanze vi potrebbe essere una guarigione anomala delle strutture ossee e cartilaginee con asimmetria della piramide e della punta nasale; eventuali presenze di speroncini ossei lungo i margini di frattura; dislocazione dell’eventuale innesto osseo e/o suo rimaneggiamento (riduzione).

Alcune di queste complicanze, anche se raramente, potrebbero rendere necessario un ritocco della punta, del dorso o del setto del naso, anche chirurgicamente, qualora il risultato non fosse soddisfacente. Nel caso infatti di importanti deviazioni della piramide e/o del setto nasale, è possibile che l’intervento non garantisca una perfetta correzione del difetto.

PRIMA DELL’INTERVENTO :

  1. E’ opportuno non programmare l’intervento per l’epoca del flusso mestruale, anche se tale condizione può non essere preclusiva dello stesso.

  2. Informare il chirurgo di qualsiasi eventuale trattamento con farmaci (soprattutto Cortisonici, Contraccettivi, Antipertensivi, Cardioattivi, Anticoagulanti, Ipoglicemizzanti, Antibiotici, Tranquillanti, Sonniferi, Eccitanti, ecc.

  3. Sospendere l’assunzione di medicinali contenenti acido acetilsalicilico (ad es.Aspirina, Vivin C, Bufferin, Ascriptin, Cemrit, ecc.) almeno dieci giorni prima dell’intervento.

  4. Almeno una settimana prima dell’intervento ridurre il fumo a non più di 1 sigaretta al dì.

  5. Segnalare immediatamente l’insorgenza di raffreddore, mal di gola, febbre, tosse, malattie varie.

  6. Organizzare per il periodo postoperatorio, la presenza di un accompagnatore.

ALLA VIGILIA DELL’INTERVENTO:

  1. Praticare un accurato bagno di pulizia; rimuovere lo smalto dalle unghie e dei piedi.

  2. Non assumere cibi né bevande, a partire dalla mezzanotte del giorno che precede l’intervento.

IL GIORNO DELL’INTERVENTO:

  1. Mantenere rigorosamente il digiuno (non mangiare né bere).

  2. Indossare solo indumenti molto comodi e munirsi di biancheria di ricambio.

DOPO L’INTERVENTO:

  1. Per almeno 7 giorni, fino alla rimozione della mascherina, ridurre o eliminare il fumo per evitare i colpi di tosse con relativo dolore e possibili sanguinamenti e non soffiarsi il naso.

  2. Per almeno una settimana non guidare l’automobile e mantenersi a riposo a casa .

  3. E’ possibile praticare un bagno di pulizia 3-4 giorni dopo l’intervento, con acqua non eccessivamente calda. I capelli possono essere lavati evitando di bagnare la mascherina ed asciugati con aria tiepida.

  4. Camminare fin dalla prima giornata postoperatoria; eventuali attività sportive potranno essere riprese dopo circa 15 giorni, purchè non espongano a rischi di trauma il naso, anche modesto.

  5. Evitare per un mese l’uso di occhiali, anche leggeri.

  6. Evitare l’esposizione diretta ai raggi solari o al calore intenso (ad es. saune, lampade UVA) per almeno un mese dopo l’intervento.

  7. Evitare per almeno due mesi il rischio di traumi (prendere in braccio bambini, giocare con animali di grossa taglia, alzarsi di notte senza accendere la luce,frequentare luoghi affollati, indossare maglioni a collo stretto, ecc.).

  8. Dormire con almeno 2 cuscini per ameno 3 giorni, per ridurre le ecchimosi.


Lifting del viso e/o del Collo

LIFTING DEL VISO E/O DEL COLLO (Face-Lift o Ritidectomia)

Il “Lifting del viso e/o del collo” è un intervento di alta chirurgia il cui scopo è il miglioramento dell’aspetto del viso e/o del collo che appare pieno di rughe, solchi, pieghe, cute rilassata e cadente.

Tale miglioramento viene ottenuto mediante lo stiramento verso dietro e verso l’alto della cute e delle strutture muscolo-aponeurotiche della faccia e dove necessario anche con la rimozione del grasso in eccesso.

Il grado di miglioramento e la durata dello stesso, varia da soggetto a soggetto ed è influenzato dalle condizioni fisiche della cute, dal grado del danno prodotto dalle radiazioni solari, dalle strutture ossee sottostanti e da una varietà di altri fattori.

L’intervento può essere limitato ad un solo settore del viso (guance, collo) o essere esteso all’intero volto, a seconda del problema individuale.

Le piccole rughe superficiali o altri piccoli difetti, che non possono essere corretti con l’intervento di Ritidectomia, possono essere migliorati, a seconda dei casi, con terapie complementari quali l’impianto di acido jaluronico, lipofilling (autotrapianto di grasso), peeling chimico, ecc.

L’intervento si esegue in sala operatoria e può essere eseguito in anestesia generale (con intubazione oro-tracheale),con ricovero di almeno una notte; o in neuroleptoanalgesia, quando le condizioni psico-caratteriali della paziente lo consentano, che consiste nella somministrazione endovenosa di farmaci che inducono uno stato di rilassamento mentale e di calma, in aggiunta a dell’anestetico locale.

Quest’ultima consente di eseguire l’intervento in regime di Day-Hospital,con il paziente sveglio, ma sempre supportato dalla presenza di un anestesista. Il ritorno a domicilio in tale caso può avvenire dopo alcune ore; oppure si consiglia la permanenza in clinica per una notte.

La durata dell’intervento varia dalle 2-3 ore a seconda delle correzioni che bisogna apportare nelle varie aree della faccia, del collo e del cuoio capelluto. L’estensione della ferita chirurgica varia nch’essa a seconda delle aree in cui si interviene; solitamente si estende dalla regione temporale, all’interno del cuoio capelluto, scende verso la regione anteriore dell’orecchio per poi passare subito dietro quest’ultimo verso l’alto ed eventualmente (se il caso lo richiede) nei capelli della regione della nuca. Se bisogna eseguire anche un Lifting Frontale, la cicatrice si estenderà nella regione superiore della fronte, sempre all’interno della zona dei capelli.

Attraverso queste incisioni la cute viene sollevata e liberata dai tessuti sottostanti; le strutture muscolo-aponeurotiche vengono stirate e riposizionate verso l’alto ed indietro e quindi viene asportato l’eccesso di cute e si provvederà alle suture con fili molto sottili.

Alla fine dell’intervento viene applicato un abbondante e morbido bendaggio compressivo in modo da mantenere una moderata compressione su tutta l’area dell’intervento. Ciò viene eseguito al fine di ottenere una riduzione dell’edema (gonfiore) e proteggere le ferite. Verrà rimosso dopo circa 3 giorni.

L’interveto può essere eseguito isolatamente oppure, se ve ne è la necessità, contemporaneamente alla Blefaroplastica o ad altri tipi di interventi al viso.

A tal proposito ricordiamo che:

  • La “Blefaroplastica” è quell’intervento chirurgico che rimuove l’eccesso di cute e/o di grasso presente sulle palpebre superiori e/o inferiori e che modifica l’orientamento dell’angolo degli occhi, richiesto.

L’intervento non permette di eliminare le rughe sull’esterno dell’occhio (zampe di gallina), anche se queste possono subire un miglioramento ed apparire meno evidenti grazie alla distensione della pelle ottenuta. Anche le “occhiaie scure”, presenti generalmente sulla cute delle palpebre inferiori, difficilmente vengono migliorate.

  • Il “Lifting dei sopraccigli” è quell’intervento chirurgico che mira a ridurre la ptosi (cedimento verso il basso) dei sopraccigli. L’interveto può essere eseguito isolatamente oppure, se ve ne è la necessità, contemporaneamente alla blefaroplastica.

Il Lifting diretto per via esterna dei sopraccigli prevede una escissione di cute a semiluna (di entità variabile), proprio lungo il margine superiore del sopracciglio; la cicatrice che ne risulterà, col tempo tenderà a schiarirsi e rendersi meno evidente.

Il Lifting diretto per via interna dei sopraccigli, viene invece effettuato in concomitanza all’intervento di blefaroplastica superiore e sfrutta le incisioni già presenti. Attraverso questa via i sopraccigli vengono ancorati dall’interno, con dei punticini di sutura, più in alto rispetto alla posizione attuale. Nel primo periodo postoperatorio potrebbe essere presente una ipercorrezione (alcune volte voluta e ricercata) del posizionamento dei sopraccigli, ma dopo poco tempo (anche qualche mese) tenderanno ad abbassarsi ed a posizionarsi al livello ottimale.

La ptosi dei sopraccigli può anche essere corretta dal Lifting Frontale.

Blefaroplastica palpebre Superiori:

Tale intervento consiste nell’asportazione della cute eccedente e delle eventuali borse adipose, dopo aver inciso lungo le linee cutanee premarcate (disegnate), in corrispondenza della piega palpebrale superiore, arrivando solitamente fino al margine esterno del sopracciglio. Le cicatrici sono generalmente quasi impercettibile anche perché nascoste nel solco delle palpebre superiori, che si forma all’apertura dell’occhio Solo lateralmente all’angolo dell’occhio debordano un po’ e sono visibili per qualche tempo, anche se solitamente si possono confondere con una ruga di tale regione.

Blefaroplastica palpebre Inferiori:

i difetti estetici delle palpebre inferiori, ricalcano specularmente quelli delle palpebre superiori; tuttavia le caratteristiche anatomiche di questo distretto, offrono una maggior varietà di metodiche chirurgiche e di vie di accesso (transcutanee e transcongiuntivali).

Si ricorre alla “blefaroplastica tradizionale transcutanea”, qualora vi sia la necessità di eseguire un lifting della palpebra inferiore (a causa di un marcato eccesso cutaneo), associato alla rimozione dei cuscinetti adiposi. In questo caso si praticherà una incisione parallelamente al margine palpebrale inferiore, due mm. circa sotto il bordo ciliare e prolungandola per circa un cm. oltre il canto (angolo) esterno della palpebra. Seguirà l’applicazione di piccoli punti di sutura che verranno rimossi dopo sette giorni circa.

Se il problema invece sono le borse palpebrali senza che vi sia un eccesso di cute, queste possono essere asportate per via “transcongiuntivale”, effettuando cioè una incisione nascosta sul versante interno della palpebra, ed in questo caso solitamente non ci sarà bisogno di ricorrere ad alcuna sutura.

Quindi, il tipo di anestesia, i tempi di degenza, la frequenza delle medicazioni, l’epoca della rimozione dei punti di sutura, dipendono dal singolo caso clinico e dalla tecnica impiegata.

Dopo l’intervento il paziente generalmente accuserà una lieve dolenzia controllata dai comuni analgesici; gonfiore ed ecchimosi di vario grado (variano da paziente a paziente) che si risolvono generalmente in 7-10 giorni circa. In questo periodo, se il paziente effettua anche l’intervento di Blefaroplastica, le palpebre possono apparire asimmetriche, gonfie ed irregolari. Le palpebre inferiori possono essere stirate verso il basso e può essere difficoltoso chiudere completamente gli occhi durante il sonno. è normale che si verifichi un’aumentata lacrimazione con arrossamento degli occhi e fastidio alla luce per un certo periodo di tempo.

Generalmente è possibile leggere e guardare la TV, 2-3 giorni dopo l’intervento. La vita sociale e di relazione può essere ripresa dopo 7-10 giorni; l’esposizione al sole dopo un mese.

Le possibili complicanze che possono verificarsi durante l’intervento sono di due tipi: quelle legate all’anestesia e quelle legate all’intervento. Le prime possono essere anche gravi, ma sono rare nelle persone in buone condizioni generali. Le complicanze legate all’intervento sono anch’esse rare e possono essere rappresentate da: ematoma (raccolta si sangue sotto la cute),infezione, sanguinamento prolungato che se non trattato potrebbe portare ad una insufficienza cardio-circolatoria per eccessiva perdita di sangue. In questo caso potrebbe rendersi necessaria una emotrasfusione. Il rischio di complicanze aumenta dunque con l’aumentare delle aree da trattare e nei pazienti diabetici, cardiopatici e con problemi polmonari. Tra le altre possibili complicanze vi potrebbe essere la compromissione temporanea della circolazione linfatica nella zona operata con conseguente gonfiore. Tale situazione si risolve spontaneamente o con massaggi, nell’arco di 2-3 mesi circa.

Raramente si potrebbero formare ematomi che richiedono la loro aspirazione con siringa o un’apertura della ferita ed il drenaggio.

La formazione di cicatrici ipertrofiche o cheloidee è veramente rara al viso ma, occasionalmente, queste possono presentarsi al di dietro dell’orecchio e potrebbero richiedere un trattamento medico (creme particolari, infiltrazione locale di steroidi); o chirurgico (escissione).

Raramente può accadere una lesione di una delle piccole branche del nervo facciale. Questo provoca un indebolimento di qualche piccola area nella muscolatura, solitamente temporanea, ma che può anche essere permanente.

A livello Palpebrale, a causa di una cattiva cicatrizzazione può essere presente una leggera trazione delle palpebre verso il basso o verso l’alto. Spesso semplici massaggi possono essere sufficienti a risolvere il problema, ma può essere necessario reintervenire chirurgicamente per liberare e ridistribuire i tessuti.

All’intervento potranno residuare un modesto eccesso di cute e di grasso, che potrebbero richiedere terapie mediche e talora anche chirurgiche.

PRIMA DELL’INTERVENTO:

  1. E’ opportuno non programmare l’intervento per l’epoca del flusso mestruale, anche se tale condizione può non essere preclusiva dello stesso.

  2. Informare il chirurgo di qualsiasi eventuale trattamento con farmaci (soprattutto Cortisonici, Contraccettivi, Antipertensivi, Cardioattivi, Anticoagulanti, Ipoglicemizzanti, Antibiotici, Tranquillanti, Sonniferi, Eccitanti, ecc. e di patologie oculari (ad es. Glaucoma)

  3. Sospendere l’assunzione di medicinali contenenti acido acetilsalicilico (ad es.Aspirina, Vivin C, Bufferin, Ascriptin, Cemrit, ecc.) almeno dieci giorni prima dell’intervento e per dieci giorni dopo l’intervento.

  4. Almeno una settimana prima dell’intervento ridurre il fumo a non più di 1 sigaretta al dì.

  5. Segnalare immediatamente l’insorgenza di raffreddore, mal di gola, febbre, tosse, malattie della pelle.

  6. Organizzare per il periodo postoperatorio, la presenza di un accompagnatore, che può essere molto utile, anche se non indispensabile.

  7. Acquistare un pacco di garzine (o cotone) che potranno servire dopo l’intervento per effettuare degli impacchi freddi sulle palpebre gonfie, con soluzione fisiologica o camomilla, per circa 2-3 giorni.

ALLA VIGILIA DELL’INTERVENTO:

  1. Praticare un accurato bagno di pulizia; rimuovere lo smalto dalle unghie e dei piedi.

  2. Non assumere cibi né bevande, a partire dalla mezzanotte del giorno che precede l’intervento.

IL GIORNO DELL’INTERVENTO:

  1. Mantenere rigorosamente il digiuno (non mangiare né bere).

  2. Indossare solo un indumento completamente apribile sul davanti, con maniche molto comode.


Prima/ Dopo

La “Blefaroplastica” è quell’intervento chirurgico che rimuove l’eccesso di cute e/o di grasso presente sulle palpebre superiori e/o inferiori e che modifica l’orientamento dell’angolo degli occhi, se richiesto.

L’intervento non permette di eliminare le rughe sull’esterno dell’occhio (zampe di gallina), anche se queste possono subire un miglioramento ed apparire meno evidenti grazie alla distensione della pelle ottenuta. Anche le “occhiaie scure”, presenti generalmente sulla cute delle palpebre inferiori, difficilmente vengono migliorate.

Il “Lifting dei sopraccigli” è quell’intervento chirurgico che mira a ridurre la ptosi (cedimento verso il basso) dei sopraccigli. L’interveto può essere eseguito isolatamente oppure, se ve ne è la necessità, contemporaneamente alla blefaroplastica.

Il Lifting diretto per via esterna dei sopraccigli prevede una escissione di cute a semiluna (di entità variabile), proprio lungo il margine superiore del sopracciglio; la cicatrice che ne risulterà, col tempo tenderà a schiarirsi e rendersi meno evidente.

Il Lifting diretto per via interna dei sopraccigli, viene invece effettuato in concomitanza all’intervento di blefaroplastica superiore e sfrutta le incisioni già presenti. Attraverso questa via i sopraccigli vengono ancorati dall’interno, con dei punticini di sutura, più in alto rispetto alla posizione attuale. Nel primo periodo postoperatorio potrebbe essere presente una ipercorrezione (alcune volte voluta e ricercata) del posizionamento dei sopraccigli, ma dopo poco tempo (anche qualche mese) tenderanno ad abbassarsi ed a posizionarsi al livello ottimale.

Blefaroplastica palpebre Superiori:

Tale intervento consiste nell’asportazione della cute eccedente e delle eventuali borse adipose, dopo aver inciso lungo le linee cutanee premarcate (disegnate), in corrispondenza della piega palpebrale superiore, arrivando solitamente fino al margine esterno del sopracciglio. Le cicatrici sono generalmente quasi impercettibile anche perché nascoste nel solco delle palpebre superiori, che si forma all’apertura dell’occhio Solo lateralmente all’angolo dell’occhio debordano un po’ e sono visibili per qualche tempo, anche se solitamente si possono confondere con una ruga di tale regione.

Blefaroplastica palpebre Inferiori:

i difetti estetici delle palpebre inferiori, ricalcano specularmente quelli delle palpebre superiori; tuttavia le caratteristiche anatomiche di questo distretto, offrono una maggior varietà di metodiche chirurgiche e di vie di accesso (transcutanee e transcongiuntivali).

Si ricorre alla “blefaroplastica tradizionale transcutanea”, qualora vi sia la necessità di eseguire un lifting della palpebra inferiore (a causa di un marcato eccesso cutaneo), associato alla rimozione dei cuscinetti adiposi. In questo caso si praticherà una incisione parallelamente al margine palpebrale inferiore, due mm. circa sotto il bordo ciliare e prolungandola per circa un cm. oltre il canto (angolo) esterno della palpebra. Seguirà l’applicazione di piccoli punti di sutura che verranno rimossi dopo sette giorni circa.

Se il problema invece sono le borse palpebrali senza che vi sia un eccesso di cute, queste possono essere asportate per via “transcongiuntivale”, effettuando cioè una incisione nascosta sul versante interno della palpebra, ed in questo caso solitamente non ci sarà bisogno di ricorrere ad alcuna sutura.

L’intervento di Blefaroplastica può essere condotto, a seconda delle indicazioni, sulle palpebre superiori, su quelle inferiori o su entrambe contemporaneamente. L’intervento può essere realizzato isolatamente o in associazione ad altre procedure come ad esempio un lifting cervico-facciale o fronto-temporale o del sopracciglio.

L’intervento viene realizzato in sala operatoria e può essere eseguito in anestesia locale, spesso con sedazione (che consiste nella somministrazione endovenosa di farmaci che inducono uno stato di rilassamento mentale e di calma, in aggiunta a dell’anestetico locale), soprattutto se si interviene contemporaneamente sulle palpebre superiori ed inferiori; raramente in anestesia Generale, qualora vi sia la necessità.

La durata dell’intervento varia quindi in funzione delle zone trattate, da una fino a due ore circa.

Alla fine dell’intervento può essere applicato del ghiaccio sulle palpebre e, a seconda anche del tipo di anestesia che si è praticata, il ritorno a domicilio avviene dopo qualche ora oppure si consiglia la permanenza in clinica per una notte.

Quindi, il tipo di anestesia, i tempi di degenza, la frequenza delle medicazioni, l’epoca della rimozione dei punti di sutura, dipendono dal singolo caso clinico e dalla tecnica impiegata.

Dopo l’intervento il paziente generalmente accuserà una lieve dolenzia controllata dai comuni analgesici; gonfiore ed ecchimosi di vario grado (variano da paziente a paziente) che si risolvono generalmente in 7-10 giorni circa. In questo periodo le palpebre possono apparire asimmetriche, gonfie ed irregolari. Le palpebre inferiori possono essere stirate verso il basso e può essere difficoltoso chiudere completamente gli occhi durante il sonno. è normale che si verifichi un’aumentata lacrimazione con arrossamento degli occhi e fastidio alla luce per un certo periodo di tempo.

Generalmente è possibile leggere e guardare la TV, 2-3 giorni dopo l’intervento. La vita sociale e di relazione può essere ripresa dopo 7-10 giorni; l’esposizione al sole dopo un mese.

Le possibili complicanze che possono verificarsi durante l’intervento sono di due tipi: quelle legate all’anestesia e quelle legate all’intervento. Le prime possono essere anche gravi, ma sono rare nelle persone in buone condizioni generali. Le complicanze legate all’intervento sono anch’esse rare e possono essere rappresentate da: ematoma, infezione, sanguinamento prolungato che se non trattato potrebbe portare ad una insufficienza cardio-circolatoria per eccessiva perdita di sangue. In questo caso potrebbe rendersi necessaria una emotrasfusione. Il rischio di complicanze aumenta dunque con l’aumentare delle aree da trattare e nei pazienti diabetici, cardiopatici e con problemi polmonari. Tra le altre possibili complicanze vi potrebbe essere la compromissione temporanea della circolazione linfatica nella zona operata con conseguente gonfiore. Tale situazione si risolve spontaneamente o con massaggi, nell’arco di 2-3 mesi circa.

Raramente si potrebbero formare ematomi che richiedono un’apertura della ferita ed il drenaggio.

A causa di una cattiva cicatrizzazione può essere presente una leggera trazione delle palpebre verso il basso o verso l’alto. Spesso semplici massaggi possono essere sufficienti a risolvere il problema, ma può essere necessario reintervenire chirurgicamente per liberare e ridistribuire i tessuti.

All’intervento potranno residuare un modesto eccesso di cute e di grasso, che potrebbero richiedere terapie mediche e talora anche chirurgiche.

PRIMA DELL’INTERVENTO:

  1. E’ opportuno non programmare l’intervento per l’epoca del flusso mestruale, anche se tale condizione può non essere preclusiva dello stesso.

  2. Informare il chirurgo di qualsiasi eventuale trattamento con farmaci (soprattutto Cortisonici, Contraccettivi, Antipertensivi, Cardioattivi, Anticoagulanti, Ipoglicemizzanti, Antibiotici, Tranquillanti, Sonniferi, Eccitanti, ecc. e di patologie oculari (ad es. Glaucoma)

  3. Sospendere l’assunzione di medicinali contenenti acido acetilsalicilico (ad es.Aspirina, Vivin C, Bufferin, Ascriptin, Cemrit, ecc.) almeno dieci giorni prima dell’intervento.

  4. Almeno una settimana prima dell’intervento ridurre il fumo a non più di 1 sigaretta al dì.

  5. Segnalare immediatamente l’insorgenza di raffreddore, mal di gola, febbre, tosse, malattie della pelle.

  6. Organizzare per il periodo postoperatorio, la presenza di un accompagnatore, che può essere molto utile, anche se non indispensabile.

  7. Acquistare un pacco di garzine (o cotone) che potranno servire dopo l’intervento per effettuare degli impacchi freddi sulle palpebre gonfie, con soluzione fisiologica o camomilla, per circa 2-3 giorni.

ALLA VIGILIA DELL’INTERVENTO:

  1. Praticare un accurato bagno di pulizia; rimuovere lo smalto dalle unghie e dei piedi.

  2. Non assumere cibi né bevande, a partire dalla mezzanotte del giorno che precede l’intervento.

IL GIORNO DELL’INTERVENTO:

  1. Mantenere rigorosamente il digiuno( non mangiare né bere).

  2. Indossare solo un indumento completamente apribile sul davanti, con maniche molto comode.

DOPO L’INTERVENTO:

  1. Alla dimissione farsi accompagnare a casa da un accompagnatore in automobile.

  2. Non assumere alcolici o farmaci contenenti Aspirina, per almeno una settimana.

  3. Limitare le attività: osservare il completo riposo a letto per almeno un giorno ed evitare i movimenti rapidi, i piegamenti, gli sforzi, il sollevamento di qualsiasi tipo di pesi e, se possibile, di starnutire e di tossire.

  4. E’ possibile praticare una doccia di pulizia almeno 2 due giorni dopo l’intervento

  5. Applicare subito dopo l’intervento le garze fredde (strizzando buona parte dell’acqua prima di applicarle). Questa applicazione dovrebbe essere prolungata il giorno dell’intervento e in seguito (due giorni circa), per un’ora 4/5 volte al dì

  6. Non usare lenti a contatto per 2 settimane dopo l’intervento.

  7. E’normale avere un certo gonfiore (edema) e una colorazione purpurea delle palpebre.

  8. Il gonfiore può essere ridotto se per riposare si usano due cuscini, mantenendo così la testa in posizione più alta.

  9. Evitare l’esposizione diretta al sole o a fonti di calore intenso (saune,lampade UVA, ecc.) per almeno un mese.

  10. Qualora l’edema, il dolore e il sanguinamento fossero eccessivi, chiamare il vostro Chirurgo a qualsiasi ora.

  11. I punti di sutura andranno rimossi dopo sette giorni circa.

Mastopessi ( riduzione volume della mammella)

Prima/ dopo

MASTOPLASTICA RIDUTTIVA / MASTOPESSI.

Un seno eccessivamente sviluppato o cadente o mal conformato, può essere ricondotto ad un aspetto esteticamente piacevole solo con un intervento chirurgico.

La “Mastoplastica Riduttiva” è l’intervento che riduce l’eccessivo volume della mammella.

La Mastopessi” è l’intervento che rimodella e sostiene la mammella, senza ridurne il volume.

Poiché un seno voluminoso è quasi sempre ptosico (cadente), all’intervento di mastoplastica riduttiva vi si associa la mastopessi, nel medesimo tempo chirurgico.

All’intervento residueranno inevitabilmente delle cicatrici cutanee di diversa estensione, a seconda dell’entità del difetto e delle tecnica impiegata: esse saranno però disposte in sedi ordinariamente occultabili da un comune reggiseno. Eventuali smagliature cutanee saranno ridotte di numero per effetto dell’asportazione della cute e migliorate di aspetto per effetto della tensione del seno rimodellato.

L’intervento si esegue in sala operatoria e può essere eseguito in anestesia generale (con intubazione oro-tracheale), con ricovero di almeno una notte; o se le condizioni clinico-caratteriali della paziente lo consentono, in neuroleptoanalgesia, che consiste nella somministrazione endovenosa di farmaci che inducono uno stato di rilassamento mentale e di calma, in aggiunta a dell’anestetico locale.

Quest’ultima consente di eseguire l’intervento in regime di Day-Hospital, con il paziente sveglio, ma sempre supportato dalla presenza di un anestesista. Il ritorno a domicilio in tale caso può avvenire dopo alcune ore; oppure si consiglia la permanenza in clinica per una notte.

Quindi, il tipo di anestesia, i tempi di degenza, la frequenza delle medicazioni, l’epoca della rimozione dei punti di sutura, dipendono dal singolo caso clinico e dalla tecnica impiegata.

Il risultato è solitamente buono fin dal primo periodo postoperatorio ma comunque suscettibile di ulteriore miglioramento nei mesi successivi.

A seconda della tecnica scelta dal chirurgo, le cicatrici possono essere: periareolare (attorno all’areola), verticale (dall’areola al solco sottomammario), e sottomammaria (nel solco sottomammario); configurando così un risultato finale con la sola cicatrice periareolare, oppure ad “L” o a “T” rovesciata.

Il risultato è di solito ottimale ma in una piccola percentuale dei casi possono verificarsi anche alterazioni della cicatrizzazione,ematomi,sieromi e perdite di sangue che potrebbero richiedere un intervento secondario ed emotrasfusioni.

Le possibili complicanze che possono verificarsi durante l’intervento sono di due tipi: quelle legate all’anestesia e quelle legate all’intervento. Le prime possono essere anche gravi, ma sono rare nelle persone in buone condizioni generali. Le complicanze legate all’intervento sono anch’esse rare e possono essere rappresentate da: ematoma, infezione, sanguinamento prolungato, insufficienza cardio-circolatoria per eccessiva perdita di sangue e fluidi, che potrebbero rendere necessaria una emotrasfusione. Il rischio di complicanze aumenta nei pazienti diabetici, cardiopatici e con problemi polmonari. Tra le altre possibili complicanze vi potrebbe essere la compromissione temporanea della circolazione linfatica nella zona operata con conseguente gonfiore. Tale situazione si risolve spontaneamente o con massaggi, nell’arco di 2-3 mesi circa.

PRIMA DELL’INTERVENTO:

  1. E’ opportuno non programmare l’intervento per l’epoca del flusso mestruale, anche se tale condizione può non essere preclusiva dello stesso.

  2. Informare il chirurgo di qualsiasi eventuale trattamento con farmaci (soprattutto Cortisonici, Contraccettivi, Antipertensivi, Cardioattivi, Anticoagulanti, Ipoglicemizzanti, Antibiotici, Tranquillanti, Sonniferi, Eccitanti, ecc.

  3. Sospendere l’assunzione di medicinali contenenti acido acetilsalicilico (ad es.Aspirina, Vivin C, Bufferin, Ascriptin, Cemrit, ecc.) almeno dieci giorni prima dell’intervento.

  4. Almeno una settimana prima dell’intervento ridurre il fumo a non più di 3 sigarette al dì.

  5. Segnalare immediatamente l’insorgenza di raffreddore, mal di gola, febbre, tosse, malattie della pelle.

  6. Organizzare per il periodo postoperatorio, la presenza di un accompagnatore, che può essere molto utile, anche se non indispensabile.

  7. Acquistare un reggiseno tipo “Cris-Cros” senza stecche, che verrà indossato subito dopo l’intervento, per circa un mese, notte e giorno.

ALLA VIGILIA DELL’INTERVENTO:

  1. Praticare un accurato bagno di pulizia; rimuovere lo smalto dalle unghie e dei piedi.

  2. Non assumere cibi né bevande, a partire dalla mezzanotte del giorno che precede l’intervento.

IL GIORNO DELL’INTERVENTO:

  1. Mantenere rigorosamente il digiuno.

  2. Indossare solo un indumento da notte completamente apribile sul davanti, con maniche molto comode.

DOPO L’INTERVENTO:

  1. Alla dimissione farsi accompagnare a casa in automobile.

  2. Per almeno una settimana non guidare l’automobile.

  3. Per circa tre giorni si consiglia di non fumare, per evitare probabili colpi di tosse con possibile sanguinamento.

  4. Per almeno 15 giorni non compiere ampi movimenti con le braccia e non sollevare pesi.

  5. E’ possibile praticare una doccia di pulizia (non il bagno) almeno tre giorni dopo la rimozione dei drenaggi.

  6. Mantenere la fasciatura compressiva per tre giorni, dopodichè indossare l’apposito reggiseno per circa un mese (notte e giorno).

  7. Per almeno un mese non dormire in posizione prona (a pancia in giù), evitare l’esposizione diretta ai raggi solari o al calore intenso (ad es. saune)


Liposuzione o Liposcultura


Prima/ dopo

LIPOASPIRAZIONE (Liposuzione) e/o LIPOSCULTURA

La tecnica chirurgica descritta come Lipoaspirazione e/o Liposcultura, è un trattamento essenziale per il rimodellamento estetico della silhouette (profilo, contorno) corporea.

Anche se l’indicazione principale alla liposuzione è l’eliminazione delle lipodistrofie (acccumuli di grasso e cellulite) localizzate, può anche essere utilizzata nel trattamento chirurgico della pseudo-ginecomastia (aumento di volume delle ghiandole mammarie),come tecnica complementare all’addominoplastica, o per l’asportazione di lipomi di grosse dimensioni.

La liposuzione è quindi una tecnica chirurgica basata sul principio della eliminazione, per aspirazione selettiva, del tessuto adiposo sottocutaneo in eccesso; nonché sulla capacità di “retrazione”che ogni tipo di pelle possiede, anche in età avanzata.

Anche se nessun tipo di liposuzione sostituisce i benefici di una dieta appropriata e dell’esercizio fisico, la liposuzione può rimuovere definitivamente quelle zone di grasso che non rispondono ai metodi tradizionali di perdita di peso. Il candidato ideale alla liposuzione è un uomo o una donna di peso relativamente normale e con cute sufficientemente elastica, che presenta accumuli di grasso in determinate sedi. Dovrà essere in buona salute, psicologicamente stabile e realistico nelle sue aspettative. Difatti è importante capire che la liposuzione potrà migliorare notevolmente l’aspetto, ma non permetterà necessariamente di conseguire la silhouette ideale desiderata.

Prima dell’intervento con il paziente in posizione eretta, vengono disegnate sulla pelle le aree da trattare,mettendo a punto una sorta di ”mappa estetica” ed evidenziando così anche le eventuali differenze fra i due lati del corpo.

L’intervento di liposuzione e/o liposcultura viene eseguito in sala operatoria ed a seconda dell’estensione del grasso da eliminare, in anestesia generale (paziente con intubazione oro-tracheale),con ricovero di almeno una notte; o in anestesia locale con sedazione.

Quest’ultima consente di eseguire l’intervento in regime di Day-Hospital,con la paziente sveglia e collaborante,ma sempre supportato dalla presenza di un anestesista. Il ritorno a domicilio in tale caso può avvenire dopo alcune ore; oppure si consiglia la permanenza in clinica per una notte.

La tecnica da noi adottata è quella tumescente,che viene eseguita infiltrando le aree da trattare con una miscela di soluzione fisiologica fredda,anestetico ed adrenalina.

La fase vera e propria dellintervento chirurgico consiste nel praticare dei piccolissimi fori sulla pelle (2-3 mm), i quali consentiranno di introdurre degli strumenti particolari: le cannule di aspirazione, che collegate ad una pompa di aspirazione e con opportuni movimenti, permetteranno la frantumazione e quindi la rimozione del grasso in eccesso.

La durata dell’intervento varia in funzione dell’estensione delle aree da trattare:da 30 minuti fino a due ore circa.

Dopo l’intervento verrà indossata una guaina compressiva per almeno venti giorni e vi potranno essere delle ecchimosi ed un indolenzimento diffuso,che però si attenueranno nell’arco di 10-15 giorni, grazie anche alla terapia di supporto. Dopo l’intervento è del tutto normale una perdita di secrezione siero-ematica (potrebbe sembrare sangue) attraverso le incisioni cutanee, per almeno 24 ore. è anche normale una dolenza diffusa, bruciore, gonfiore e perdita di sensibilità per alcuni giorni. Le piccole cicatrici che residuano dopo questo intervento, si renderanno meno evidenti con il tempo; a volte è necessario attendere anche 9-12 mesi perché si appiattiscano e diventino biancastre, confondendosi così con le pliche cutanee.

In casi di particolare struttura del tessuto cutaneo, allo scopo di ottenere risultati ottimali, preferiamo effettuare la Liposuzione ad ultrasuoni (o lipoemulsificazione ultrasonica), che consentirà un maggiore effetto lifting,lasciando la pelle più liscia e compatta.

Le possibili complicanze che possono verificarsi durante l’intervento sono di due tipi: quelle legate all’anestesia e quelle legate all’intervento. Le prime possono essere anche gravi, ma sono rare nelle persone in buone condizioni generali. Le complicanze legate all’intervento sono anch’esse rare e possono essere rappresentate da: ematoma, infezione, sanguinamento prolungato, insufficienza cardio-circolatoria per eccessiva perdita di sangue e fluidi in caso di lipoaspirazioni massive, che potrebbero rendere necessaria una emotrasfusione. Il rischio di complicanze aumenta dunque con l’aumentare delle aree da trattare e nei pazienti diabetici, cardiopatici e con problemi polmonari. Tra le altre possibili complicanze vi potrebbe essere la compromissione temporanea della circolazione linfatica nella zona operata con conseguente gonfiore. Tale situazione si risolve spontaneamente o con massaggi, nell’arco di 2-3 mesi circa.

PRIMA DELL’INTERVENTO DI “LIPOSUZIONE”:

  1. E’ opportuno non programmare l’intervento per l’epoca del flusso mestruale, anche se tale condizione può non essere preclusiva dello stesso.

  2. Informare il chirurgo di qualsiasi eventuale trattamento con farmaci (soprattutto Cortisonici, Contraccettivi, Antipertensivi, Cardioattivi, Anticoagulanti, Ipoglicemizzanti, Antibiotici, Tranquillanti, Sonniferi, Eccitanti, ecc.

  3. Sospendere l’assunzione di medicinali contenenti acido acetilsalicilico (ad es.Aspirina, Vivin C, Bufferin, Ascriptin, Cemrit, ecc.) almeno dieci giorni prima dell’intervento.

  4. Almeno una settimana prima dell’intervento ridurre il fumo a non più di 1 sigaretta al dì.

  5. Segnalare immediatamente l’insorgenza di raffreddore, mal di gola, febbre, tosse, malattie varie.

  6. Organizzare per il periodo postoperatorio, la presenza di un accompagnatore.

  7. Acquistare a seconda della zona da operare: due paia di collant (70 e 140 denari della taglia che indossa normalmente) da indossare subito dopo l’intervento; un body o una guaina elastica.
    ALLA VIGILIA DELL’INTERVENTO:

  1. Praticare un accurato bagno di pulizia; rimuovere lo smalto dalle unghie e dei piedi.

  2. Non assumere cibi né bevande, a partire dalla mezzanotte del giorno che precede l’intervento
    IL GIORNO DELL’INTERVENTO:

  1. Mantenere rigorosamente il digiuno (non mangiare né bere).

  2. Indossare solo indumenti molto comodi e munirsi di biancheria di ricambio.

DOPO L’INTERVENTO:

  1. Indossare le calze elastiche e/o la guaina per 10 giorni senza mai toglierla. Successivamente, per 15 giorni, indossarle eventualmente solo di giorno.

  2. Per almeno una settimana non guidare l’automobile e mantenersi a riposo a casa .

  3. E’ possibile praticare una doccia di pulizia (non il bagno) 3-4 giorni dopo l’intervento.

  4. Camminare fin dalla prima giornata postoperatoria per ridurre il gonfiore ed il rischio di trombosi degli arti inferiori

  5. L’attività fisica può essere ripresa dopo 5-6 giorni dall’intervento, tenendo presente che per circa 10 giorni si avrà dolore alla pressione (ad es. sedendosi) sulle aree operate. Attendere 4 settimane per la ripresa delle attività sportive.

  6. Evitare l’esposizione diretta ai raggi solari o al calore intenso (ad es. saune, lampade UVA) per almeno un mese dopo l’intervento.

mercoledì 2 aprile 2008

Addominoplastica o Miniaddominoplastica

Prima/ Dopo

ADDOMINOPLASTICA o MINIADDOMINOPLASTICA

L’Addominoplastica è quell’intervento chirurgico che comporta la rimozione del tessuto adiposo e cutaneo in eccesso nella regione inferiore e centrale dell’addome, al fine non tanto della riduzione di peso, quanto di tendere (stirare) la parete addominale e migliorare quindi l’aspetto di un addome prominente e/o con cute grinzosa (cute lassa e piena di pieghe).

La dieta e l’esercizio fisico da soli non possono produrre tale risultato poiché questa situazione è spesso accompagnata dall’allontanamento dei muscoli addominali fra loro e dall’indebolimento della parete addominale.

Le smagliature, quando possibile, vengono rimosse con l’eccesso di cute che viene asportata e comunque, quelle rimanenti sulla cute dell’addome, verranno migliorate per effetto della maggior trazione cutanea, ma non eliminate.

All’intervento residuerà sempre una cicatrice permanente che col tempo tenderà a schiarirsi, ad appiattirsi e rendersi quindi meno evidente, ma che a seconda del tipo di procedura, potrà anche e stendersi da un fianco all’altro.

Il candidato ideale all’intervento dovrà essere in buona salute, con tessuti relativamente tonici ed elastici, psicologicamente stabile e realistico nelle sue aspettative. Difatti è importante capire che l’Addominoplastica potrà migliorare notevolmente l’aspetto, ma non permetterà necessariamente di conseguire il risultato ideale desiderato.

L’intervento è particolarmente indicato in pazienti con un ampio accumulo adiposo e/o di cute addominale in eccesso, non migliorabile con la dieta e l’esercizio fisico. è anche indicato per quelle pazienti che, dopo varie gravidanze, hanno “dilatato” eccessivamente la cute e la muscolatura addominale. è quindi necessario rimandare l’intervento se si pianifica un’ulteriore gravidanza, per non vanificarne l’effetto. L’addominoplastica può anche essere particolarmente utile nelle pazienti più anziane (talvolta anche pazienti relativamente giovani) con una notevole riduzione dell’elasticità cutanea, che non possono ottenere con una semplice Lipoaspirazione gli stessi risultati delle pazienti più giovani e con cute elastica.

Talvolta, anziché un’addominoplastica formale, potrà essere indicata una procedura meno complessa ed invasiva, definita “Miniaddominoplastica” , eventualmente combinata con una Lipoaspirazione (liposuzione), oppure solamente una semplice lipoaspirazione. Ogni caso, quindi, dovrà essere attentamente vagliato dal chirurgo.

L’intervento si esegue in sala operatoria e può essere eseguito in anestesia generale (con intubazione oro-tracheale),con ricovero di almeno una notte (ma può essere necessaria una degenza anche di 2-3 notti); o in neuroleptoanalgesia, quando il difetto chirurgico da correggere è limitato alla parte inferiore dell’addome (Miniaddominoplastica), che consiste nella somministrazione endovenosa di farmaci che inducono uno stato di rilassamento mentale e di calma, in aggiunta a dell’anestetico locale.

Quest’ultima consente di eseguire l’intervento in regime di Day-Hospital,con il paziente sveglio, ma sempre supportato dalla presenza di un anestesista.

Generalmente sono necessarie due incisioni: una che decorre orizzontalmente nella porzione più bassa dell’addome (sovrapubica) e che può arrivare ad estendersi anche da un fianco all’altro; l’altra, piccola, circolare, intorno all’ombelico, in quanto molto frequentemente l’intervento richiede una risistemazione dell’ombelico in una posizione più alta (ma che poi è quella originale) una volta stirata la cute verso il basso. Raramente, tuttavia, si rende necessaria una piccola cicatrice verticale (sede del pregresso ombelico), della lunghezza di circa 4-6 cm. La cute ed il grasso sottostante sono ampiamente sollevati dai piani sottostanti. Se è necessario, in questa fase viene riparata la parete addominale mediante l’accostamento dei muscoli retti. Infine i tessuti superficiali vengono stirati verso il basso, l’ombelico viene trasposto nella sua nuova sede e l’eccesso di cute e grasso viene asportato.

Due piccoli tubi di drenaggio, morbidi, vengono inseriti nella ferita al fine di raccogliere il sangue ed il siero che potrebbero accumularsi. Tali drenaggi verranno rimossi senza dolore, quando ritenuto più opportuno dal chirurgo. I punti di sutura verranno rimossi dopo circa dieci giorni.

Un catetere urinario può essere utilizzato durante l’intervento e rimosso il mattino successivo.

Nella Miniaddominoplastica, cute e tessuti sottostanti vengono scollati solo tra l’incisione sovrapubica, più corta, e l’ombelico, senza trasporre (spostare) quest’ultimo. Può essere effettuata una plicatura (accostamento) dei muscoli retti ed una eventuale liposuzione associata.. La procedura è indicata quindi per un eccesso di tessuto sotto l’ombelico, è più rapida di un’addominoplastica completa, può talora essere effettuata in anestesia locale con sedazione ed in regime di Day- Hospital (senza degenza).

La durata dell’intervento varia in funzione del tipo di intervento da effettuare: da una fino a due ore circa.

Dopo l’intervento verrà posizionata una guaina compressiva per circa due giorni che verrà poi sostituita da un body elastico e confortevole che il paziente indosserà per circa un mese (notte e giorno) e che garantirà una compressione più uniforme.

Saranno presenti delle ecchimosi; un indolenzimento diffuso, controllabile con i comuni farmaci analgesici e che comunque si attenuerà nell’arco di pochi giorni.

Dopo l’intervento è del tutto normale una perdita di secrezione siero-ematica attraverso i tubicini di drenaggio e attraverso i piccoli fori usati per una eventuale Liposuzione, per almeno 24 ore.

è anche normale una dolenza diffusa, bruciore, gonfiore e perdita di sensibilità per alcuni giorni.

Dopo l’intervento i pazienti dovranno rimanere a riposo per 24-48 ore e quindi potranno alzarsi per deambulare (piccole passeggiate). La deambulazione precoce è anzi utile per ridurre il rischio di fenomeni di trombosi degli arti inferiori.

Il ritorno alle consuete attività lavorative e sociali, riprenderanno gradualmente, secondo la condizione fisica preoperatoria ed il tipo di intervento effettuato, dopo 1-4 settimane circa.

Per alcuni giorni la sensazione di tensione sull’addome obbligherà il paziente a una postura (posizione) “piegata in avanti” e la tosse, lo starnutire e tutte le altre attività che prevedono tensione sui muscoli addominali, potranno provocare senso di fastidio e modico dolore. è consigliabile non dormire sull’addome (a pancia in giù) per due settimane.

Le cicatrici che residueranno dopo questo intervento, si renderanno meno evidenti con il tempo ma sono permanenti anche se, potranno venire agevolmente coperte con un normale slip. Nelle prime settimane le cicatrici appaiono spesso peggiorate divenendo più rosse e spesse. è necessario attendere 9-12 mesi perché le cicatrici maturino definitivamente, appiattendosi e schiarendosi.

Occasionalmente può essere opportuno, a distanza di mesi, una revisione della cicatrice in alcuni punti, per ottenere un risultato estetico ottimale e correggere eventuali accumuli di tessuto che possono formarsi ai lati della cicatrice, in corrispondenza dei fianchi, a causa di una ridotta elasticità cutanea. Tali piccoli interventi possono essere seguiti in anestesia locale.

è utile ricordare che, anche se un buon risultato è spesso evidente fin dalla rimozione dei punti, non è possibile giudicare il risultato finale dell’intervento finchè non è scomparso tutto l’edema e quindi perlomeno dopo 3-6 mesi dall’intervento.

Le possibili complicanze che possono verificarsi durante l’intervento sono di due tipi: quelle legate all’anestesia e quelle legate all’intervento. Le prime possono essere anche gravi, ma sono rare nelle persone in buone condizioni generali. Le complicanze legate all’intervento sono anch’esse rare e possono essere rappresentate da: ematoma, sieroma, infezione, sanguinamento prolungato, insufficienza cardio-circolatoria per eccessiva perdita di sangue e fluidi, che potrebbero rendere necessaria una emotrasfusione. Talora, se avviene una sanguinamento eccessivo durante/dopo l’operazione, il sangue può accumularsi nell’area operata e può essere necessario riaprire la ferita al fine di rimuoverlo e fermare il sanguinamento.

Il sieroma è un accumulo anche significativo di siero (liquido) sotto la ferita, che può necessitare di ripetute aspirazioni con siringa.

La perdita o “necrosi” di tessuto (cute e sottocute) è estremamente rara; qualora dovesse accadere, può richiedere solo medicazioni ripetute o un ulteriore intervento ricostruttivo con risultati in genere soddisfacenti.

In taluni, rari, casi esiste la possibilità che le cicatrici restino arrossate e rilevate permanentemente. Tali cicatrici Ipertrofiche o addirittura Cheloidee, possono essere migliorate tuttavia con apposite terapie mediche (creme, fogli in gel di silicone, infiltrazioni intralesionali) o chirurgiche (revisione cicatriziale).

Il rischio di complicanze aumenta nei pazienti diabetici, cardiopatici e con problemi polmonari.

PRIMA DELL’INTERVENTO :

  1. E’ opportuno non programmare l’intervento per l’epoca del flusso mestruale, anche se tale condizione può non essere preclusiva dello stesso.

  2. Informare il chirurgo di qualsiasi eventuale trattamento con farmaci (soprattutto Cortisonici, Contraccettivi, Antipertensivi, Cardioattivi, Anticoagulanti, Ipoglicemizzanti, Antibiotici, Tranquillanti, Sonniferi, Eccitanti, ecc.

  3. Sospendere l’assunzione di medicinali contenenti acido acetilsalicilico (ad es.Aspirina, Vivin C, Bufferin, Ascriptin, Cemrit, ecc.) almeno dieci giorni prima dell’intervento.

  4. Almeno una settimana prima dell’intervento ridurre il fumo a non più di 1 sigaretta al dì.

  5. Segnalare immediatamente l’insorgenza di raffreddore, mal di gola, febbre, tosse, malattie varie.

  6. Organizzare per il periodo postoperatorio, la presenza di un accompagnatore.

  7. Procurarsi una pancera elastica con chiusura a velcro ed un body con apertura sul davanti.

ALLA VIGILIA DELL’INTERVENTO:

  1. Praticare un accurato bagno di pulizia; rimuovere lo smalto dalle unghie e dei piedi.

  2. Non assumere cibi né bevande, a partire dalla mezzanotte del giorno che precede l’intervento.

IL GIORNO DELL’INTERVENTO:

  1. Mantenere rigorosamente il digiuno (non mangiare né bere).

  2. Indossare solo indumenti molto comodi e munirsi di biancheria di ricambio.

DOPO L’INTERVENTO:

  1. Per almeno 20 giorni, indossare la guaina elastica notte e giorno e ridurre o eliminare il fumo per evitare i colpi di tosse con relativo dolore e possibili sanguinamenti.

  2. Per almeno 1-2 settimane non guidare l’automobile e mantenersi a riposo a casa .

  3. E’ possibile praticare una doccia di pulizia (non il bagno) 3-7 giorni dopo l’intervento, con acqua non eccessivamente calda.

  4. Camminare fin dalla prima giornata postoperatoria; eventuali attività sportive potranno essere riprese dopo circa 4 (sport leggeri) - 6 (sci,tennis,calcio,pallacanestro, ecc.) settimane.

  5. Evitare l’esposizione diretta ai raggi solari o al calore intenso (ad es. saune, lampade UVA) per almeno un mese dopo l’intervento.

  6. Dormire a pancia in su e con il busto leggermente piegato verso le gambe, per almeno 15 giorni, per ridurre la tensione sulla ferita.